La fotografia del settore

I prodotti cosmetici Made in Italy piacciono all’estero e questo dell’internazionalizzazione è uno dei punti fondamentali su cui occorre mirare per uscire definitivamente dal periodo di crisi economica ancora in corso. A dirlo i dati presentati di recente da Cosmetica Italia che analizzano a fondo i movimenti del mercato nel 2013, raffrontati con il 2012.

La produzione del settore cosmetico italiano in generale infatti si dimostra solida, in crescita di un + 2,6 % rispetto all’anno precedente e con un fatturato che ha toccato i 9,3 miliardi di euro. A far la parte del leone proprio l’incremento dell’export dell’11% (3,2 miliardi) che si conferma anche in questa prima metà del 2014.

Il tutto è indice di una fiducia acquisita e rinnovata nei vecchi e nuovi mercati esteri, grazie a quelle garanzie che sono tipiche di tutto il mondo Made in Italy, cosmesi compresa, ovvero: qualità, innovazione e servizi offerti, mantenendo al centro di tutto la sicurezza per i consumatori, cosa non di poco conto, visto che si tratta di prodotti per l’igiene e la cura del corpo.

I dati di Cosmetica Italia però non si fermano all’analisi del mercato estero, ma approfondiscono le dinamiche e le prospettive del territorio italiano ed anche in questo caso la parola d’ordine sembra essere  “fiducia”: quella nella qualità dei prodotti e del rapporto con il prezzo che si instaura nei consumatori.

In tempo di crisi e quindi di generale razionalizzazione delle spese, gli utenti infatti, non si negano i cosmetici, ma si dimostrano molto più attenti a questi fattori, oltre che all’informazione e al numero dei servizi offerti, modificando le scelte per le modalità degli acquisti.

Dispositivi informatici, elettronici e prodotti per la cura della persona secondo i dati Istat di gennaio,hanno registrato un +1,7% nei valori. L’uso quotidiano di questi prodotti è ormai diffusa, in tutte le fasce sociali, e sono entrati a far parte dei cosiddetti “consumi anelastici”, che non risentono dei periodi di crisi.

Questo grazie anche alla diffusione di prodotti della fascia medio-bassa, che grazie a ricerca e innovazione, hanno ormai raggiunto ottimi livelli di rapporto qualità-prezzo.

Le percentuali che riguardano i canali di vendita suggeriscono alle aziende cosmetiche il percorso migliore da seguire per ottenere un successo di vendite.

Perde ancora punti nel 2013 rispetto al 2012 il canale delle profumerie (-3,8 %) che dovrebbe proseguire anche quest’anno con un calo del 3%, mentre si riscontra una lieve ma costante ripresa di quello delle farmacie (+1%) dopo un calo negli esercizi precedenti, anche se per il 2014 si prevede una perdita dell’1%. ma soprattutto si evidenzia un deciso incremento delle vendite nei negozi monomarca, nuova realtà del settore cosmetico che sta destando grande interesse e partecipazione da parte dei consumatori. Questi punti vendita sono aumentati del 26,7% in 12 mesi.

Un indicatore che il fenomeno dl “non canale” si sta affermando sempre di più: canali che si evolvono e che diventano ibridi nella natura e nel servizio offerto.

Le profumerie, soprattutto i piccoli negozi, secondo Gian Andrea Positano, responsabile del Centro studi di Cosmetica Italia, risentono di una staticità strategica causata soprattutto da problemi di liquidità che si ripercuotono sui pagamenti ai fornitori.

Di particolare rilievo (+4,4% equivalente a più di 524 milioni di euro) anche le vendite door to door, via internet o per corrispondenza: i servizi offerti come la consegna precisa, la facilità e sicurezza nei pagamenti, le informazioni all’atto della presentazione del prodotto, eccetera, giocano un ruolo determinante nella fidelizzazione. In particolare il web, si sta dimostrando sempre più alleato e meno nemico delle aziende cosmetiche (l’utilizzo in tal senso è cresciuto di oltre il 22%), come già accade da tempo anche per altri settori, non ultimi quello del lusso e del benessere in generale. Si prevede per la chiusura dell’anno in corso, in questo canale, un’ulteriore crescita delle vendite del 5%.

In crescita anche l’erboristeria (+ 2,8 corrispondente a 409 milioni di euro nel 2013 e con una previsione del +2,5% per il 2014).

La grande distribuzione (nei supermercati) si mantiene stabile  a + 0,1 % con 4.300 milioni di euro, con diminuzione prevista nell’anno in corso dello 0,5%. In calo anche i canali professionali (- 5,5% i centri estetici e – 8,4% nei saloni di acconciatura), questo perché si va meno dal parrucchiere e dall’estetista.

Dunque una crisi dei canali di vendita tradizionali, bilanciata però dall’export e da nuovi servizi. E’ questa la fotografia del settore cosmetico Made in Italy che suggerisce anche i prossimi trend di investimento, come anche evidenziato in un sondaggio realizzato tra gli addetti al settore al recente Cosmoprof Worldwide 2014 di Bologna: il 21% degli intervistati ha sottolineato l’importanza di investimenti nel mercato estero, il 15,8% sulla ricerca e l’innovazione; il 9,2 sull’analisi dei gusti dei consumatori.